di Fabio Rinaldi

Il 2016 è il 25º anno di fondazione del Corpo Bandistico Cassinese, il nostro piccolo giubileo. La Banda porta nella sua intitolazione il nome "Francesco" (Solia, ndr) ed è stato quasi naturale: "Si va a Roma dal Papa, ma non solo ad incontrarlo, si va a suonare!". "Obiettivo semplice" ho subito pensato!

Ritrovo il venerdì (8 aprile) di buon'ora, volti assonati, ma felici. Finalmente il gran giorno è arrivato, si parte: destinazione Roma!

Il pullman procede veloce; tra una canzone ed una barzelletta il viaggio trascorre piacevole, e nel primo pomeriggio la magnificenza di Roma ci accoglie. Il pensiero però è sempre e solo uno: "ma è proprio vero che suoneremo per il Santo Padre?" Ci rechiamo subito in Vaticano a caccia di conferme, ma nulla! Ci rimane, ed è proprio il caso di dirlo, solo la Fede!

E finalmente arriva il sabato (9 aprile). Sveglia e colazione all'alba; l'occasione è importante e lo si avverte, la tensione è alta e lo si legge sui nostri volti! Il pullman sfreccia per le vie di una Roma assopita, mentre il sole della mattina riscalda le nostre speranze. Da San Pietro arrivano immagini di code ai cancelli di ingresso; Via della Conciliazione pullula di fedeli, mentre il parcheggio è intasato di autobus. "Mamma mia, non ce la faremo mai!" è il pensiero un po' di tutti, anche se nessuno lo dice.

Ma è ora di agire: andiamo con il piano "B", cioè improvvisiamo! In un minuto siamo a terra, e con strumenti alla mano attraversiamo in fila indiana Trastevere fino al colonnato del Bernini: è il momento! Finalmente sapremo!

Con discrezione, per non dire paura, ci avviciniamo all'ingresso ed attendiamo la sentenza! Si avvicina un gendarme della guardia vaticana: "Prego, entrate pure, vi stavamo aspettando, seguitemi!" Incredibile! Sì sì, incredibile!

In pochi minuti siamo in Piazza San Pietro, e ad accoglierci il gran cerimoniere del Santo Padre. Sono le otto e mezza e iniziamo a sfilare tra due ali di folla festante, e quando ci avviciniamo al nostro posto la Basilica di San Pietro è tanto vicina che sembra quasi caderci addosso! Un uragano di emozioni avvolge i nostri cuori.

Ci hanno riservato un posto a pochi metri dallo scranno che a breve occuperà il Santo Padre; ma non finisce qui! Ora cosa suoniamo? "Brani allegri" ci dicono, e così sia!

I fedeli applaudono, i microfoni diffondono la nostra musica in tutta la piazza, le bandiere si muovono al tempo delle nostre percussioni, ed appariamo sui maxi-schermi. La folla è immensa: "ma quanti saranno?", "qualche migliaio" dice qualcuno, "no, di più!" (avremmo poi saputo che erano 60 mila!)

L'attesa cresce e Francesco si fa un po' aspettare. Lo speaker ringrazia il "Corpo Bandistico di Cassine" per l'accompagnamento musicale. Parte la diretta televisiva; da casa parenti amici messaggiano perché ci vedono e ci sentono, ed i social network pullulano di nostre foto!

Ci siamo: sono le dieci e venti, la "papamobile" entra in piazza, noi iniziamo suonare, al primo passaggio Francesco si gira e ci saluta. Passano pochi minuti e nuovo saluto, e poi il massimo: la macchina si ferma, il Papa scende, è lì a 3 metri, ci saluta e ci fa "ok" con il pollice! Da svenire!

L'udienza non delude, e il "Buongiorno" di Francesco scioglie ogni tensione e le sue parole come sempre vanno diritte al cuore: la carità, l'educazione dei figli, messaggi forti che toccano la nostra coscienza e mettono tutti noi dinnanzi alle nostre responsabilità.

La conclusione è ancora nostra. E come concludere la visita di una banda piemontese ad un papa di origine piemontese, se non con "Piemontesina"!

Ora è davvero tutto finito: rientriamo in piazza, i fedeli ci applaudono, e attraversiamo il settore riservato alla diocesi di Torino, commossi per aver sentito in Piazza San Pietro le note delle canzoni popolari della nostra terra. Arriviamo dove erano rimasti i nostri accompagnatori; si sprecano gli abbracci, qualcuno piange, c'è chi telefona a casa o agli amici, con la consapevolezza di aver vissuto un momento da raccontare a figli e nipoti. "Abbiamo suonato per il Papa" continua a ripetere qualcuno; lo vorremmo dire a tutta Roma, che adesso ci pare ancora più bella... perché: "Noi del CBC, il Papa lo incontriamo così!"